EL JUEGO

  

         El juego es movimiento, espontaneidad, compromiso, investigación, comunicación. El juego es libre expressión de inteligencias, de habilidades, de energía creativa, de casualidad. Jugar es vivir, es divertirse, es comprender por interés, por curiosidad, por imitación. Jugar es vivir en ese momento “aqui y ahora”, con creatividad e improvisación, sin rigidez en el desarrollo de actividad y sin vinculos espaciales y temporales, a parte de los del juego.

         Jugar, por lo tanto, es una arte, donde podemos divertirnos y también podemos aprender a vivir y a conocer, a través, de la experencia. Por ejemplo, el juego permite comprender las reglas espontáneas del caso, del movimento, de la broma, de la paradoja.

         Por tanto el juego, a pesar de ser una actividad espontánea y alegre, implica una profunda participación corpórea, emotiva e intelectual. Esto en diferente nivel de participación interior permite reconocer si es una actividad de juego o si es un entratenimiento. El juego apasiona y compromete a quien participa, mientras que el entratenimiento (“el tiempo libre”) permite descansar y no comprometer las energías físicas y psíquicas.

         Pues, el juego es un compromiso serio que incluye toda la personalidad de cada participante (una expresión tipica italiana es: “no bromear, estamos jugando”).

         El juego es una competición o una colaboración amistosa en un concurso que pone a prueba las habilidades y las competencias de los participantes. El juego es un momento educativo, es una actividad social, es uno intercambio de relaciónes psicológicas auténticas.

         El juego es un aparentar, es una simulación de la realidad (por ejemplo: “jugamos a mama y papa”, o “jugamos a doctor y enfermo”) o tambien es una imaginación mental hipotética que da vuelta en torno a un concepto, a una idea, a un argumento.

         Jugar es aprender a conocer como se desplazan y se articulan las partes y los mecanismos de un evento, y por eso es aprender a adaptarse y a conocer la realidad desde varios puntos de vista (“el juego de las partes”). Jugar es ponerse en discusión (expresión tipica italiana es “ponerse en juego”); jugar es convertirse e imaginar la realidad en base a las reglas del  juego.

         Pues,? . Es importante que cada educador (padres, profesores, agentes educativos-sociales), aprendan a jugar, conozcan y usen las características/reglas y funciones del Juego como metodologia educativa y sepan participar en los  variados tipos de juego.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gioco e giocattoli

(da www.guandiagrelesociale.it)

 Guardiagrele, 29 maggio 2008.

Il gruppo dei relatori provenienti da tutta Europa

Si è aperto nel pomeriggio di oggi il convegno internazionale su "gioco, giocattoli e creatività" promosso dall’ISPEF di Roma con ilk contributo del comune di Guardiagrele.

La prima relazione su "La qualità dei servizi con bambini di 0-6 anni e le famiglie per la costruzione di una comunità educante ed una cittadinanza attiva" è stata tenuta dal sindaco, Mario Palmerio, intervenuto nella veste di esperto di pedagogia.

"Noi facciamo parte del grande gioco del destino – ha esordito il sindaco citando Modesto Della Porta -. Ciò che possiamo fare in questo gioco è comportarci come i bambini".

Parlando del progetto R.E.I. (rete educativa per l’infanzia), da sempre sostenuto dal comune di Guardiagrele, il sindaco ha messo in guardia dal pericolo di vederla come una "trappola" ed ha invitato i presenti (educatrici di diversi nidi della provincia di Chieti) a vederla come una tela di rapporti nella quale tutti imparano e tutti insieme costruiscono una verità.

Parlando della comunità educante ha ricordato come questo non è più il tempo nel quale ogni adulto poteva intervenire su ogni bambino della città anche richiamandolo o, addirittura, punendolo. "Non c’è più il mondo nel quale la scuola si liquefa nella strada, nella città – ha aggiunto – però è necessario che non ci sia solo la scuola come istituzione: l’educazione è ubiquitaria deve svolgersi in tanti luoghi e in ogni luogo nella sua maniera propria".

Il sindaco ha, quindi, concluso richiamando alla necessità di una cittadinanza attiva come condizione per costruire una vera comunità educante. "Il cittadino non può limitarsi alla delega data con il voto – ha precisato Mario Palmerio – perché è necessario fare politica in senso orizzontale, in una comunità nella quale gli attori si trovano e agiscono in posizioni paritetiche".

Fausto Presutti, presidente dell’ISPEF, quindi, dopo avere illustrato il progetto della Rete Europea, ha moderato gli interventi della tavola rotonda su "La costruzione del Network REEI".

Sono intervenuti Fiore Ricciarelli, del  Ministero Pubblica Istruzione, Italia, Mariana Norel dell’University Transilvania of Brasov, Romania, Catalin Frangulea Pastor, Aida Pastor Metropolitan Association of  Brasov – Romania, Carmen Arciniega Bocanegra, Elisa Isabel Montero Pérez della Delegación de Educación y Cultura de Ayuntamiento de Gines (Sevilla, Spagna), Ismini Kriari del Ministero Greco dell’Educazione, Denis Rogister del Département Pédagogique ISELL, Belgio e Alexandra Marques per l’ Associacao de Profissionais de Educacao de Infancia, Portogallo.

"Sogno un’Europa nella quale ognuno parla la sua lingua e gli altri lo capiscono – ha detto Ricciarelli – e un’Europa nella quale si possano superare gli scontri tra le culture". Gli ha fatto eco Sandra Landi, responsabile dell’Istituto di ricerca educativa della Regione Toscana che è tornata sul tema dell’integrazione tra le culture europee quando ha affermato che "l’uguaglianza non è ben radicata se non si afferma il concetto di diversità. In questa prospettiva  - ha aggiunto – bisogna costruire una comunità nella quale ci sia un reciproco scambio di doni più che un comune farsi carico di pesi e responsabilità. Nella rete che si intende costruire – ha, infine, precisato – le istituzioni devono essere i nodi perché è sui nodi che la rete si costruisce".

L’ultimo intervento del pomeriggio è stato quello di Maurizio Tiriticco il quale ha esordito invitando i presenti a "piantarla di parlare da adulti di bambini!" Entrando nel tema del meeting ha spiegato come "i bambini, quando nascono, parlano la stessa lingua, non sono diversi gli uni dagli altri, sono tutti uguali. Questa è una base vera per l’integrazione. Il linguaggio dei bambini – ha precisato – è il gioco. Il bambino che si costruisce fa una fatica enorme ma la fa giocando. Ogni bambino – ha concluso – è dotato di una carriola invisibile nella quale gli adulti depongono dei mattoni: sono gli stimoli che fanno svegliare il DNA e costruisconole identità".

 

 

 

Cominciare dai bambini
di Fausto Presutti

(da www.scuolaoggi.com)

 

Si è svolto a Guardiagrele (Chieti), il Meeting Internazionale "Gioco, giocattoli e creatività", organizzato dal Network REEI, Rete Europea Educazione Infanzia, promosso dall’ISPEF, Istituto di Scienze Pedagogiche dell’Educazione e della Formazione (www.ispef.it). Nelle tre giornate di lavoro si sono gettate le basi per sviluppare progetti di politica dell’educazione di qualità nel campo dell’infanzia. A tutt’oggi alla REEI hanno aderito istituzioni di 9 paesi Europei e le Università UDEM del Messico e di Concepción del Cile. Al Meeting, oltre all’Italia, hanno partecipato istituzioni qualificate di altre 5 nazioni europee: Delegación Educación y Cultura de Gines (Sevilla), Spagna; Ministero Greco dell’Educazione, Grecia; Département Pédagogique ISELL, Belgio; Associacao de Profissionais Educacao Infancia, Portogallo; Università Transilvania di Brasov e Metropolitan Association di Brasov, Romania.
Il Network REEI è nato dall’esigenza di promuovere l’educazione dei bambini da 0 a 6 anni, con la consulenza alle famiglie ed una costante formazione continua degli educatori per la costruzione di una comunità educante ed una cittadinanza attiva, in ordine a quanto suggerito dalle indicazioni del Trattato di Lisbona del 2000.
L'idea di avviare una ricerca a livello internazionale va nella direzione di strutturare una ricognizione sui servizi dell'infanzia e sul coinvolgimento delle famiglie nelle attività educative con bambini di 0-6 anni, nelle forme organizzative dei diversi paesi coinvolti, facendo attenzione ai criteri di qualità dei servizi erogati.
L’ipotesi progettuale parte dal presupposto che, per occuparsi di educazione e cura dell’infanzia, in una società che si fa sempre più complessa, è necessario che si sviluppino delle reti di partenariato fra enti e organismi di nazioni diverse e/o che operino a livello territoriale, nazionale e internazionale sui quattro punti indicati nella priorità 1 del programma LifeLong Learning Comenius Network:
1.- individuazione, scambio e utilizzo delle esperienze e delle buone pratiche nel campo dell'apprendimento prescolastico e precoce;
2. - approcci pedagogici mirati al fine di rafforzare la creatività dei bambini in età prescolare;
3. - apprendimento precoce delle lingue straniere;
4. - individuazione di temi per progetti multilaterali e altre attività di cooperazione a livello europeo.
Fondamentale è perseguire anche una prospettiva di ricerca e sviluppo di tematiche che interessino gli operatori del settore in una dimensione internazionale all’interno di un’ottica di formazione permanente. Occorre considerare la molteplicità e la varietà dei servizi innovativi e integrativi per l’infanzia, i cui punti forti sono:
- la tipologia del servizio: spazio gioco, micronidi, nidi famiglia, centri infanzia, ludoteche, biblioteche per l’infanzia, giochi itineranti;
- le modalità di gestione: statale, comunale, municipale, privato sociale, mista;
- le questioni relative alla formazione, al ruolo e ai compiti del personale: coordinatori/organizzatori, psicopedagogisti, educatori, animatori.
Il fine più significativo perseguito dalla REEI è quello di costruire una rete che analizzi, studi, ricerchi, sperimenti, diffonda e valorizzi le buone pratiche nell’ambito dei servizi per l’infanzia. Entro i prossimi tre anni si dovrebbero raggiungere i seguenti obiettivi:
- entro il 2009: creazione di un sito europeo dedicato al settore e analisi comparativa di buone pratiche dei servizi per l’infanzia 0-6 a livello transnazionale (nei paesi europei e nei paesi dell’America Latina); elaborazione di ipotesi progettuali di ricerca e di sperimentazione;
- dal 2010 al 2012: avvio ed implementazione di progetti di ricerca e di sperimentazione; costruzione di modelli dinamici europei di servizi innovativi e integrativi nell’educazione per l’infanzia, che tengano conto delle peculiarità e dei contesti di ogni paese; valutazione dei processi e dei risultati avviati; validazione dei servizi esistenti nei diversi paesi; attivazione di consulenza per la certificazione di qualità formativa dei servizi per l’infanzia 0-6 anni.
Durante il Meeting si sono avvicendati diversi relatori, pedagogisti ed esperti del settore, che hanno argomentato, approfondito e discusso sul tema del gioco e della creatività al fine di avviare un confronto tra esperienze nazionali ed internazionali di Educazione dell’Infanzia all’interno della REEI.
Per l’Italia sono intervenuti: Fausto Presutti, presidente dell’Ispef; Franco Cambi, dell’Università di Firenze; Sandra Landi, dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica; Mario Palmerio, pedagogista e sindaco di Guardiagrele; gli ispettori Natalina di Marco e Maurizio Tiriticco, il dirigente scolastico Rita Leli.
Per l’Europa sono intervenuti: Carmen Arciniega Bocanegra ed Elisa Isabel Montero Pérez della Delegación Educación y Cultura, Ayuntamiento di Gines (Sevilla, Spagna); Ismini Triari del Ministero Greco dell’Educazione, Grecia; Alexandra Marques dell’Associacao de Profissionais de Educacao de Infancia, Portogallo; Mariana Norel dell’University Transilvania of Brasov, Romania, Catalin Frangulea Pastor e Aida Pastor, della Metropolitan Association, Brasov, Romania; Denis Rogister del Département Pédagogique ISELL, Belgio.
I lavori delle giornate sono stati coordinati dall’ispettore Fiore Ricciarelli.
Durante il meeting sono stati esposti i laboratori di "gioco, giocattoli e creatività" dei seguenti Centri dell’Infanzia: REI della provincia di Chieti; REI della provincia di Latina; La Coccinella di Atessa, La casa delle bambine e dei bambini di Guardiagrele; Girotondo di Orsogna; Antonio Gramsci di Ortona; La Città del Sole di Vasto; Barchetta Blu di Venezia.
Dal Meeting è emersa l’importanza dello sviluppo della creatività e del gioco, non solo a livello di educazione infantile, ma anche durante lo sviluppo in tutto l’arco della vita. E’ stata sottolineata la primaria importanza del gioco anche per la formazione degli insegnanti. Giocare e realizzare attività creative sono libera espressione d’ingegno, di abilità, di energia generativa. Giocare è essere creativi, è vivere, è "divertirsi" nel senso divergente del termine, è apprendere per interesse, per curiosità, per imitazione. Giocare ed essere creativi è un’arte, dove ci si diverte e si impara a vivere e a conoscere dall’esperienza.
Per queste ragioni il gioco e l’attività creativa implicano una profonda partecipazione corporea, emotiva e intellettiva. Il gioco e l’attività creativa sono dunque un impegno serio che coinvolge l’intera personalità di ogni partecipante; sono momenti educativi, attività sociale, scambio di relazioni psicologiche autentiche. Giocare e creare sono attività che permettono di imparare a conoscere come si muovono e si articolano le parti e i meccanismi di un evento, quindi è imparare ad adattarsi e a conoscere la realtà da vari punti di vista. È dunque importante che ogni educatore impari a giocare ed a sviluppare creatività, conosca e usi le caratteristiche, le regole, le funzioni del Gioco e della Creatività come Metodologia Educativa e sappia attuarle nella realtà in cui opera.

Fausto Presutti, presidente dell’ISPEF

 

 

 

IL GIOCO

 

 

 

 

CHE COSA è IL GIOCO

 

        Il gioco è movimento, spontaneità, impegno, ricerca, comunicazione. Il gioco è libera espressione d’ingegno, di abilità, di energia creativa, della casualità. Giocare è vivere, è divertirsi, è apprendere per interesse, per curiosità, per imitazione. Giocare è vivere “qui ed ora” con creatività ed estemporaneità, senza un rigido sviluppo di attività e senza vincoli spaziali e temporali, se non quelli stessi del gioco.

        Giocare, quindi, è un’arte, dove ci si diverte e si impara a vivere e a conoscere dall’esperienza. Ad esempio, il gioco consente di comprendere spontaneamente le regole del caso, del movimento, dello scherzo, del paradosso.

        Perciò il gioco, pur essendo un’attività spontanea e gioiosa, implica una profonda partecipazione corporea, emotiva e intellettiva. Questo differente livello di partecipazione interiore consente di riconoscere se è un’attività di gioco oppure è passatempo. Il gioco appassiona e coinvolge chi partecipa, mentre il passatempo (“il tempo libero”) consente di riposare e di non impegnare le energie fisiche e psichiche.

        Il gioco è dunque un impegno serio che coinvolge l’intera personalità di ogni partecipante (un’espressione tipica è: “non scherzare, stiamo giocando”).

        Il gioco è una competizione o una collaborazione amichevole in una gara che mette alla prova le abilità e le competenze dei partecipanti. Il gioco è un momento educativo, è un’attività sociale, è uno scambio di relazioni psicologiche autentiche.

        Il gioco è un far finta, è una simulazione della realtà (ad esempio: “giochiamo a fare il papà e la mamma”, oppure “giochiamo a fare il dottore e l’ammalato”) oppure è una immaginazione mentale ipotetica che ruota intorno a un concetto, a una idea, a un argomento.

        Giocare è imparare a conoscere come si muovono e si articolano le parti e i meccanismi di un evento, quindi è imparare ad adattarsi e a conoscere la realtà da vari punti di vista (“il gioco delle parti”). Giocare è mettersi in discussione (espressione tipica è “mettersi in gioco”); giocare è trasformarsi e immaginare la realtà in base alle regole del gioco.

        È dunque importante che ogni educatore (genitore, insegnante, operatore sociale) impari a giocare, conosca e usi le caratteristiche/regole/funzioni del Gioco come metodologia educativa e sappia attuarla nei vari tipi di gioco.

 

copyright © 2007  I.S.P.E.F. Via Comparetti, 55a - 00137 Roma (IT) tel. +39.06.86890061  fax +39.06.8275589 info @ ispef.it